Continua il tormentone dell’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, che dopo il cambio di Commissione e Parlamento sembra essere uscito definitivamente dall’angolino in cui era stato messo per un buon annetto: la pubblicazione di una parte dei documenti del negoziato (legal texts) in data 7 gennaio, nello specifico, é l’ultima puntata di questa avvincente telenovela. “Telenovela” non per mortificare il lavoro della Commissione, s’intende, che sicuramente avrà lavorato alacremente per arrivare a questo risultato, e nemmeno per svilire un argomento che é della massima importanza e toccherà i cittadini europei molto da vicino. “Telenovela” perché, come tutte le serie TV iper-pubblicizzate con quei mini-spot che lasciano presagire cambiamenti epocali, alla fine della puntata portano alla consapevolezza che é successo ben poco. Ma andiamo con ordine.

I testi (disponibili a questo link: http://trade.ec.europa.eu/doclib/press/index.cfm?id=1230 ), divisi in capitoli come presumibilmente dovrebbe essere l’accordo finale, portano la data del maggio 2014 e sono la prima bozza che é stata sottoposta alla controparte; negli argomenti per i quali non é disponibile la bozza di accordo é comunque presente un factsheet che riporta la posizione dell’Unione Europea in quel determinato ambito. Facendo un paio di esempi su temi cari all’Italia, nel factsheet dei “diritti di proprietà” é ben spiegato che l’Europa considera estremamente importante questo ambito, e che pretenderà dagli Stati Uniti una maggiore tutela delle indicazioni geografiche. Prendendo quello relativo alle “barriere al commercio”, invece, si apprende che l’Unione Europea le considera dannose e che farà ogni sforzo possibile per eliminarle. Ancora, le PMI sono fondamentali per l’Unione, e pertanto sarà necessario adottare delle misure ad-hoc per favorirle. Stesso discorso più o meno per tutto il resto: ciò che emerge é che l’UE esprime su ogni argomento trattato é molto importante, ne trarremo il massimo vantaggio”.

L’impressione di chi scrive (ma non solo, almeno leggendo qua e là per il web) é che la Commissione, volendo avvicinare i cittadini ad un argomento estremamente complesso, abbia adottato un po’ frettolosamente la strategia della trasparenza. Salvo poi scoprire, dopo un po’, che un negoziato é per sua stessa natura “segreto”, e che quindi ciò che può essere pubblicato si riduce alla mera scoperta dell’acqua calda e a qualche factsheet dai contenuti un po’ scontati.

Sia per esperti che per profani, si tratta comunque di una lettura interessante! la mole di argomenti é davvero immensa, ed anche il più agguerrito detrattore dell’Unione Europea dovrà ammettere che forse il tempo necessario a chiudere l’accordo può essere giustificato dalla sua complessità. Chi scrive, tuttavia, avrebbe preferito un negoziato forse un po’ meno trasparente ed un documento più completo da dare in pasto al Parlamento, al Consiglio e alla società civile per eventuali aggiustamenti. Così da essere operativi e poterci mettere le mani, insomma, anziché rimanere immobili ad osservare quello che ormai é successo quasi un anno fa.

 

 

Fonte: elaborazioni a cura di Exportiamo, di Marcello Moi, redazione@exportiamo.it

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