Con il nuovo anno alle porte e il vecchio da archiviare, la pubblicazione dell’aggiornamento del sondaggio promosso da ISPI e Rainews24 e realizzato da IPSOS “Gli italiani e il resto del mondo. L’attenzione, l’interesse, il coinvolgimento per le notizie di politica e cronaca internazionale” rappresenta un’ottima occasione per avere uno spaccato sul livello di coscienza, interesse e consapevolezza degli italiani in materia di politica internazionale

Per saggiare l’interesse degli italiani alle dinamiche internazionali, la ricerca si focalizza su tre aspetti fondamentali a partire dal livello di “Interesse per le notizie” e analizzando successivamente la percezione in termini di “Minacce, speranze, leader” a livello globale e a livello nazionale “L’Italia nel contesto internazionale”.

Cresce l’interesse per tutte le tipologie di notizie internazionali e in misura maggiore quelle legate a politica (33%) ed economia (30%), entrambe in crescita rispetto al 26% registrato nelle rilevazioni del 2014.

Rispetto al 2014 cresce infatti il dato relativo alla percezione generale degli italiani rispetto alla dimensione internazionale con il 74% (54% nel 2014) degli intervistati che ritiene i propri connazionali molto interessati (21% rispetto al 15% del 2014) e moderatamente interessati (51% rispetto al 29% del 2014) alle notizie di carattere internazionale.

La minaccia più rilevante a livello globale secondo gli italiani è rappresentata dal terrorismo islamico (38%), mentre per gli interessi nazionali, la minaccia maggiore continua ad essere costituita dalla crisi economica (40%).

Tutto cambia ed è in continua evoluzione e ad emergere vi è una chiara percezione che la Russia abbia accresciuto notevolmente la propria influenza sulle dinamiche politiche internazionali, a discapito degli Stati Uniti, soprattutto grazie alla personalità del Presidente Vladimir Putin.

Naturalmente sono le persone a fare la differenza e nel caso della Santa Sede ad esempio, proprio grazie alla politica diplomatica di Papa Francesco, cresce la percezione di rappresentare l’attore più impegnato per la pace nel mondo.

L’atteggiamento del pontefice rappresenta l’elemento di maggiore speranza per il futuro come dimostra anche il dato che individua nei viaggi del Pontefice in America Latina, Sud Est Asiatico e Africa, la notizia che ha dato più speranza agli italiani (26%). Al premier Matteo Renzi invece, gli intervistati riconoscono una buona gestione sull’emergenza terrorismo.

Gli attentati terroristici di Parigi dello scorso 13 novembre e quelli di inizio di 2015, rappresentano per il 46% degli intervistati invece la notizia più preoccupante del 2015, quale culmine di un’escalation globale che ha attraversato il 2015 e il mondo intero ed hanno avuto un ruolo preponderante nel percepire il terrorismo quale minaccia maggiore a livello globale.
La crisi economica, al primo posto nel 2014 insieme allo stesso terrorismo, nella percezione degli italiani è scesa al quarto posto tra le maggiori preoccupazioni, superata dai cambiamenti climatici, al centro della grande conferenza internazionale tenutasi recentemente a Parigi, e dalle disuguaglianze nel mondo, mentre rimane la preoccupazione maggiore sul piano interno.

Nonostante rimanga al primo posto tra le preoccupazioni sul piano interno, la crisi economica ha perso comunque 27 punti percentuali rispetto all’anno scorso, a favore proprio del terrorismo islamico (28%), salito dalla terza alla seconda posizione e dell’immigrazione, in crescita dal 13% al 21%, come effetto della crisi nel Mediterraneo.

Sorprende invece come l’instabilità in Libia, a pochi chilometri dalle coste italiane e strettamente connessa sia al terrorismo che all’immigrazione, sia indicata come principale minaccia per l’Italia soltanto dal 2% degli intervistati.

Rispetto al 2014 il 66% degli italiani ritiene la Russia l’attore internazionale che ha accresciuto di più la propria influenza, mentre l’Europa, incapace di decidere e di imprimere una direzione agli eventi su temi sempre più vicini come la gestione dell’immigrazione e la lotta al terrorismo, secondo il 47% degli intervistati è l’attore che ha perso maggiormente influenza rispetto all’anno scorso.

Secondo il 30% degli italiani sono due gli eventi che sono stati sottovalutati maggiormente nel corso del 2015 ovvero la crisi in Siria e l’emergenza dei rifugiati, mentre interessanti sono le rilevazioni in merito alla percezione degli stati che rappresentano la minaccia maggiore alla sicurezza internazionale con il balzo in avanti della Siria (33% rispetto al 9% del 2014) e il declassamento dell’Iran (16% rispetto al 25% del 2014), della Russia (7% rispetto all’11% del 2014) e della Cina (5% rispetto all’11% del 2014).

L’avanzata dello Stato Islamico fa invece paura e ben il 77% degli intervistati ritiene che sia più forte rispetto al 2014.

Valutazioni coerenti e conseguenti sono invece legate al personaggio politico ritenuto più influente, con il Presidente russo Vladimir Putin al primo posto nella percezione degli italiani (28% rispetto all’8% del 2014) per via della sua politica assertiva in Siria, nell’Est europeo e nei confronti della Turchia. A seguire il Presidente statunitense Barack Obama (27%), ormai a fine mandato che - rispetto al 2014 - perde ben 13 punti percentuali in linea con la percezione delle difficoltà di Washington nel contrastare l’avanzata dello Stato Islamico e nel risolvere le crisi mediorientali.

Sul piano della sicurezza interna invece, l’assenza di attentati diretti sul territorio italiano e l’inasprimento dei controlli e delle operazioni anti–terroristiche che hanno portato all’arresto e all’espulsione di diversi individui radicalizzati, influenzano positivamente il giudizio sul governo Renzi e nonostante i timori di possibili attentati terroristici, oltre la metà degli italiani promuove la gestione dell’emergenza terrorismo.

Il giudizio è invece diverso e meno brillante in merito all’immigrazione, l’altra questione che si impone agli occhi dell’opinione pubblica in politica estera con il 32% degli italiani a giudicare positivamente e molto positivamente le azioni intraprese.

Il governo italiano è percepito come poco efficace nell’azione, inficiando di conseguenza il giudizio sulle politiche intraprese. Andando oltre le percezioni però va sottolineato come sia la mancanza di una politica comune in seno alle istituzioni comunitarie a rendere la risoluzione della crisi più difficile, condizionando però l’immagine dei singoli governi nazionali. In merito alle politiche da intraprendere sul piano europeo invece, il 65% degli italiani è convinto che la soluzione vada trovata nella redistribuzione dei migranti per quote tra i diversi membri Ue.

Rimanendo ancora sul tema dell’immigrazione solo un quinto degli italiani è pronto ad accogliere tutti indiscriminatamente, mentre la metà degli intervistati è convinta che l’accoglienza va garantita solo a chi fugge da guerre e conflitti, ma non a chi arriva in Italia per motivi economici.

Di rilievo invece è il fatto che l’Italia - dietro Santa Sede e Stati Uniti - sia annoverata tra i maggiori promotori della pace nel mondo e che il 71% degli italiani si oppongono a un eventuale impegno militare diretto in Siria e Iraq.

Altro dato interessante e curioso invece è quello sul personaggio italiano che promuove meglio l’immagine del paese all’estero perché in cima alla classifica, troviamo l’unico personaggio non politico l’astronauta Samantha Cristoforetti che precede Mario Draghi, Sergio Mattarella e Matteo Renzi.

Rispetto allo scorso anno invece, si inverte la percezione sulla congruità degli stanziamenti per la difesa con il 60% degli italiani a ritenerle insufficienti, mentre lo scorso anno solo il 40% era di questo avviso. Rimane più o meno stabile invece il dato relativo alle spese in politica estera con il 56% degli italiani a ritenere sufficienti gli stanziamenti (58% nel 2014).

Come lo scorso anno è invece interessante la percezione degli italiani circa i maggiori alleati e avversari all’interno dell’Unione Europea che confermano la Germania, al primo posto in entrambi i casi, anche se rispetto al 2014 a prevalere è la partnership, dal momento che è percepita come l’avversario peggiore da parte del 37% degli italiani, mentre l’anno scorso il dato era ben superiore (56%).

Si assiste quindi a un riposizionamento in positivo che potrebbe dipendere dalla politica intrapresa dal governo Merkel per tentare di affrontare il fenomeno dell’immigrazione e non a caso, il paese che ha peggiorato maggiormente la propria posizione tra i peggiori alleati è l’Ungheria, precedentemente fuori dai radar, il cui governo è stato al centro di dure critiche per le politiche esclusive e fortemente restrittive nei confronti degli immigrati.

In conclusione, ad emergere è una maggiore coscienza su quanto la dimensione internazionale delle relazioni e delle dinamiche economiche, sociali e politiche influenzano anche il benessere di ognuno. Questa nuova coscienza appare sempre più necessaria, proprio perché sempre di più anche nel giudicare i propri governi, ci saranno questioni globali da affrontare e la consapevolezza e la conoscenza devono rimpiazzare l’ignoranza e il manicheismo spesso pericolosamente funzionali solo a meri calcoli elettorali e alla spettacolarizzazione della politica.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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