La Via della Seta era una grandiosa rotta commerciale che collegava Oriente e Occidente e grazie ad essa molte città, monumenti storici e persino Stati, hanno guadagnato fama e gloria, rappresentando un valore culturale unico per l’umanità. Non solo le carovane commerciali si muovevano lungo la Via della Seta, ma attraverso essa si diffusero conquiste culturali di interi popoli, valori spirituali, idee religiose e tradizioni inestimabili.

Un’occasione annuale che onora il vasto patrimonio culturale lasciato dai popoli antichi alle attuali generazioni, carico di tradizioni comuni ai Paesi lungo le Vie della Seta, è la celebrazione del Nowruz – un rito zoroastrico risalente almeno al VI secolo a.C. che segna il nuovo anno e inaugura la primavera. Incluso nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO, questa celebrazione interculturale significa “Now” –– nuovo e “ruz” –giorno – in persiano e si celebra il 20-21 marzo durante l’equinozio di primavera. Pertanto, Nowruz significa nuovo giorno e simboleggia un nuovo inizio.

Il Nowruz ha lo status di giorno festivo in Iran, Azerbaigian, Albania, Afghanistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Iraq e Tagikistan ed è celebrato localmente nelle province occidentali della Cina, Turchia, Macedonia, India, così come in Tatarstan, Bashkortostan, Daghestan e in alcune regioni della Russia. Il Nowruz offre l’opportunità non solo di godere di tradizioni e celebrazioni, ma anche di promuovere la pace e la solidarietà all’interno delle comunità.

A volte è bello guardare indietro nella Storia per trovare l’ispirazione per il futuro. Proprio come l’antica Via della Seta un tempo portava merci e idee tra Oriente e Occidente, oggi nuove rotte via terra e via mare collegano nuovamente l’Asia con l’Europa e oltre. La Nuova Via della Seta sta cambiando il mondo della logistica e il quadro complesso degli scenari geopolitici la cui evoluzione è da monitorare costantemente. In questo articolo vedremo i recenti sviluppi in alcuni Stati che attraversa e, così come il Nowruz, come potrebbe portare nuovi inizi al commercio internazionale.

Azerbaigian

La “terra dei fuochi” è il primo fornitore di petrolio greggio dell’Italia dal 2013 ed il suo gas ha iniziato a fluire in Europa dal 31 dicembre 2020 grazie al Gasdotto Trans Adriatico (TAP). Situato sulla costa del Mar Caspio nella regione del Caucaso, all’incrocio tra Russia, Iran, Europa orientale e Asia centrale, l’Azerbaigian beneficia di una posizione geopolitica strategica, che consente a Baku di migliorare la connettività dell’intero spazio eurasiatico. In quest’ottica, il Paese sta investendo attivamente nel settore dei trasporti, compresa la modernizzazione delle ferrovie, lo sviluppo e la costruzione di nuove infrastrutture portuali, aeroportuali e stradali, la costituzione di una zona di libero scambio nella zona portuale di Alat. Anche alcune aree dei settori non petroliferi, in particolare turismo, agroindustria, trasformazione alimentare e viticoltura beneficeranno di nuovi investimenti.

Nell’ambito della logistica, le rotte ferroviarie passeranno da est a ovest e da nord a sud attraverso l’Azerbaigian. Il corridoio di trasporto nord-sud è stato già realizzato sulla base dell’accordo intergovernativo firmato tra Russia, Iran e India il 12 settembre 2000 e mira a ridurre i tempi di consegna delle merci dall’India alla Russia e all’Europa settentrionale e occidentale.

Un altro importante snodo in cui l’Azerbaigian gioca un ruolo chiave è il corridoio ferroviario est-ovest Baku-Tbilisi-Kars – una piccola ma fondamentale linea – che collega l’Anatolia con il Caucaso, facendo parte del Trans-Caspian International Transport Route (TITR) destinata a far crescere il traffico merci dalla Cina alla Turchia e dai Paesi dell’Unione europea nella direzione opposta attraversando la Georgia e l’Azerbaigian, dove dal porto di Baku le merci saranno trasportate in Kazakistan via mare per raggiungere infine la Cina. Sono in corso i lavori per garantire il pieno utilizzo del potenziale della ferrovia che è la rotta più breve che collega l’Europa all’Asia (in media 12-15 giorni).

L’accordo tripartito tra i leader di Azerbaigian, Armenia e Russia che ha posto fine alla seconda guerra del Karabakh il 10 novembre 2020, dichiarando l’apertura di tutti i canali di comunicazione nella regione, ha fornito all’Azerbaigian un corridoio per raggiungere la sua enclave senza sbocco sul mare, la Repubblica Autonoma di Nakhchivan. Si prevede la costruzione di comunicazioni autostradali e ferroviarie per il Nakhchivan, che collegheranno il resto dell’Azerbaigian direttamente con la Turchia, il suo alleato strategico. Inoltre è in progettazione un altro collegamento ferroviario tra Russia, Iran e Turchia attraverso il territorio del Nakhchivan, che ridisegnerà la mappa dei trasporti dell’intera regione.

Attualmente uno degli obiettivi principali dell’Azerbaigian è la ricostruzione dei territori in Karabakh. I piani per il dopoguerra attribuiscono una speciale importanza al restauro dei monumenti culturali e religiosi. Costruire nuovi insediamenti nella regione in conformità con l’urbanistica moderna e il concetto di smart city, preservando allo stesso tempo la struttura storica è la priorità de Paese. Le ricche risorse idriche e il potenziale di energia solare ed eolica della regione saranno utilizzati nell’ambito dello sviluppo delle fonti rinnovabili. Inoltre, è in corso la costruzione di nuove strade, aeroporti e alberghi che contribuiranno allo sviluppo turistico della regione.

Figura 1. Trans-Caspian International Transport Route (TITR)

Turkmenistan

Sede della quarta riserva di gas più grande al mondo, il Turkmenistan dipende in gran parte da un unico acquirente: la Cina. Da ciò la volontà di espandere i propri mercati di sbocco attraverso nuovi gasdotti. In tal senso, il 21 gennaio 2021 il Turkmenistan e l’Azerbaigian hanno firmato un accordo storico per lo sviluppo congiunto di un giacimento di gas nel Mar Caspio. L’accordo pone fine a una lunga controversia e apre la strada a una più ampia cooperazione non solo tra Baku e Ashgabat, ma nel più ampio quadro della regione. Il giacimento di idrocarburi “Dostlug”, (in turco “Amicizia”) che Baku e Ashgabat svilupperanno congiuntamente non è di per sé rivoluzionario, ma potrebbe finalmente consentire alle massicce riserve di gas del Turkmenistan di raggiungere i mercati europei attraverso il TAP e prospettare progetti più grandi come il gasdotto Trans-Caspio. Ashgabat e Baku hanno inoltre concordato un programma per l’installazione di cavi in fibra ottica che collegheranno i due paesi sotto il Mar Caspio per aumentare in modo significativo la capacità Internet del Turkmenistan, rendendolo parte della “Via della Seta Digitale” che va da Francoforte a Mumbai via Azerbaigian.

Considerando la necessità del Turkmenistan di aumentare le proprie esportazioni di gas naturale, si attendono progressi significativi anche nella costruzione del gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India, o TAPI, per il gas naturale. Le sfide principali del progetto è instabilità dell’Afghanistan e la credibilità della garanzia di sicurezza espressa dai talebani così come l’ulteriore rallentamento degli investimenti per la realizzazione del gasdotto a causa della crisi generata dalla pandemia.

Recentemente Ashgabat, Kabul e Baku hanno raggiunto un altro importante accordo: promuovere quello che è noto come il “corridoio dei Lapis –Lazzuli”, che dovrebbe collegare l’Afghanistan con la Turchia attraverso il Turkmenistan e l’Azerbaigian. Da un punto di vista geopolitico, la rotta è principalmente destinata al commercio poiché il transito di rifornimenti e personale militare è vincolato dalla neutralità del Turkmenistan. Nonostante ciò, il progetto è in linea con gli interessi strategici degli Stati Uniti e dei suoi alleati occidentali poiché la rotta aggira i loro tre maggiori avversari regionali - Russia, Cina e Iran - e collega all’Europa una regione senza sbocco sul mare.

Kazakistan

L’economia più grande dell’Asia centrale gode delle infrastrutture più sviluppate della regione ed ha una posizione fondamentale per le rotte della Belt and Road Initiative che passano attraverso le città kazake: due rotte collegano il Kazakistan con l’Europa (tramite Russia e Azerbaigian) mentre la terza transita attraverso l’Uzbekistan e il Turkmenistan per collegarsi all’Iran e all’Asia occidentale, oltre che all’India utilizzando i porti iraniani.

Il Paese sta lavorando attivamente per creare una rete nazionale di centri logistici e di distribuzione all’ingrosso. La sicurezza alimentare e l’accessibilità sono un problema comune della regione, quindi il Kazakistan e l’Uzbekistan stanno creando un centro internazionale per il commercio e la cooperazione economica al confine. Recentemente sono stati annunciati piani per un radicale aumento della capacità del porto di Aktau in modo che il Kazakistan possa esportare merci via nave in Azerbaigian per ulteriori spedizioni in Turchia ed Europa.

Rimane forte la crescita media degli investimenti che ha raggiunto quest’anno il 13,3% e si è concentrata nei settori dell’informazione e comunicazione, trasporti, agricoltura, edilizia e immobiliare. Anche il settore sanitario può attrarre investimenti stranieri capitalizzando tariffe competitive, specialisti altamente qualificati e opportunità di partenariato pubblico-privato.

Il Kazakistan intende inoltre aumentare la quota dell’industria del turismo all’8% del PIL entro il 2025. Stanno sviluppando la città del Turkestan, che è sacra per l’Asia centrale e per l’intero mondo turco. Solo nel 2020 gli investimenti interni in infrastrutture urbane, turismo e logistica in Turkestan hanno raggiunto quasi un miliardo di dollari. Si prevede che la ferrovia ad alta velocità dal Turkestan a Tashkent aumenterà il potenziale turistico sia del Kazakistan che dell’Uzbekistan.

Figura 2. Belt and Road Initiative Roadmap

Uzbekistan

La terra di Tamerlano, una dei pricipali beneficiari della Belt and Road Initiative (BRI), ha iniziato il 2020 come “Paese dell’anno” per l’Economist . Gli sforzi per trasformare quello che solo quattro anni fa era ancora fondamentalmente un Paese con una economia post-sovietica hanno dato i loro frutti attraverso lo smantellamento delle politiche protezionistiche commerciali e lo sviluppo di un mercato libero. Come tutti i Paesi “-stan”, l’Uzbekistan si sforza di mantenere buoni relazioni con entrambi i giganti regionali, Russia e Cina, attraverso una delicata politica di bilanciamento. A dicembre l’Uzbekistan ha assunto lo status di osservatore nell’Unione economica eurasiatica (EAEU) guidata dalla Russia, anche se non ha ancora aderito per partecipare come membro effettivo del blocco.

L’Uzbekistan si sta muovendo per privatizzare in tutto o in parte le oltre 620 società statali per accelerare la sua transizione verso un’economia di mercato. Con più di 15 zone economiche libere e oltre 100 piccole zone industriali il Paese ha creato uno degli ambienti economici più favorevoli della regione e in questo senso è diventato un polo particolarmente attraente per gli investimenti delle imprese straniere.

La posizione dell’Uzbekistan nell’Asia centrale gli consente di fungere da crocevia per le rotte ferroviarie da nord a sud e da est a ovest. Attraverso miglioramenti infrastrutturali, investimenti e accordi internazionali, l’Uzbekistan mira a dispiegare il suo pieno potenziale. Due delle rotte BRI passano attraverso l’Uzbekistan collegandosi a est con la Cina attraverso il Kazakistan o la Repubblica del Kirghizistan; a ovest e a sud queste due rotte si uniscono a Tashkent e transitano in Turkmenistan per raggiungere l’Iran, l’Asia occidentale e l’India, quest’ultima collegata attraverso i porti iraniani. Gli spedizionieri uzbeki possono anche collegarsi all’Europa, al Caucaso e alla Turchia accedendo ai servizi ferroviari su altre due tratte che passano per il Kazakistan.

Nel contesto delle rotte meridionali un altro impulso commerciale a questo Paese senza sbocco sul mare potrebbe venire dallo sviluppo congiunto iraniano-indiano dell’unico porto oceanico dell’Iran – Chabahar, che è tra altro esente dalle sanzioni. Gli sviluppi ferroviari includono anche la proposta congiunta di investire nella costruzione del collegamento ferroviario tra Uzbekistan-Afghanistan-Pakistan, che dovrebbe fornire a questi Paesi l’accesso al mare attraverso i porti pakistani nel Golfo Persico. Tashkent vede il collegamento attraverso l’Iran come il collegamento economicamente più redditizio e più breve con i mercati mondiali. Allo stesso tempo Teheran vede il collegamento attraverso l’Uzbekistan come la via di transito strategicamente più importante e più breve verso la Cina e l’Asia orientale. L’Uzbekistan si batte per relazioni di buon vicinato e insiste sulla sua neutralità nel conflitto tra Teheran e Washington e allo stesso tempo cerca di favorire un rafforzamento delle relazioni tra l’Iran e altri importanti attori come Russia, Cina, Turchia e India.

Figura 3. Corridoi di trasporto dall’Iran

Iran

L’Iran sta rafforzando i legami con Russia e Cina, che competono con gli Stati Uniti per l’influenza sulla scena geopolitica mondiale. I legami più stretti con Mosca e Pechino offrono un vantaggio diplomatico a Teheran e la sua economia potrebbe trarre vantaggio dalle opportunità che entrambi i Paesi hanno da offrire. L’accordo di libero scambio del 2018 tra Iran e Unione economica eurasiatica (EAEU), guidata dalla Russia, ha gettato le basi per espandere i legami commerciali tra le due parti. L’accordo con il blocco ha aumentato in modo significativo le esportazioni dell’Iran verso gli Stati membri della EAEU, che è un punto di svolta per i piani della Repubblica islamica di aumentare le esportazioni non petrolifere colpite dalle sanzioni statunitensi.

Recentemente è stato annunciato da Teheran che inizierà presto i preparativi per l’adesione alla EAEU come membro permanente. Se la EAEU era precedentemente vista come un progetto per l’integrazione dei Paesi dell’ex Unione Sovietica, con la partecipazione di Teheran l’alleanza va oltre i confini post-sovietici e arriva nella zona del Golfo Persico, un altro motivo per cui il Cremlino sostiene fortemente la costruzione di una rotta terrestre che colleghi la Russia all’Iran. Il futuro collegamento ferroviario tra Russia e Iran, passando per l’Azerbaigian e l’Armenia, rafforzerà senza dubbio i legami economici tra i due Paesi, così come le relazioni commerciali dell’Iran con gli altri Stati membri dell’Unione eurasiatica.

Negli ultimi anni, la diversificazione dell’economia è stata prioritaria e sono state incentivate l’ingegneria di precisione, l’industria automobilistica, l’industria spaziale e la tecnologia dell’informazione. L’Iran ha dimostrato inoltre di essere un investitore affidabile in Tagikistan, dove ha realizzato diversi grandi progetti: la costruzione di una centrale idroelettrica e il tunnel Anzob che collega Dushanbe con la città di Khujand. In Azerbaigian gli iraniani stanno cooperando alla costruzione e al funzionamento delle centrali idroelettriche. In Afghanistan stanno costruendo una rete ferroviaria transfrontaliera.

Iran e India stanno sviluppando congiuntamente il porto di Chabahar, cercando di sbloccare la connettività dei flussi commerciali tra Afghanistan, Asia centrale, Iran e India, con rotte marittime attraverso l’Oceano Indiano che si collegano a nuove rotte ferroviarie e stradali in entrata e in uscita dal porto. Infine, Iran, Turchia e Pakistan stanno ripristinando una linea ferroviaria che collega Istanbul a Islamabad via Teheran (ITI) di 6.524 chilometri. La ferrovia transnazionale ITI dovrebbe migliorare la connettività con la Belt and Road Initiative (BRI) cinese fornendo un collegamento ferroviario tra Cina e Turchia. Il progetto dovrebbe essere completato entro la fine del 2026 e il tempo di percorrenza stimato è di 11 giorni rispetto ai 45 giorni via mare. Sarebbe la rotta terrestre più breve che collega l’Asia meridionale con l’Europa portando benefici a tutti i Paesi centro-asiatici. La rotta è complementare a quella già in funzione tra Cina e Turchia attraverso il corridoio centrale trans-caspico che utilizza il tratto ferroviario Baku-Tbilisi-Kars e il traghetto tra Azerbaigian e Kazakistan.

Tutti gli investimenti nelle infrastrutture di trasporto sopra descritte potrebbero ulteriormente migliorare grazie all’adozione di tecnologie digitali e interoperabili lungo le rotte della Nuova Via della Seta. L’agevolazione delle operazioni può certamente aiutare la crescita dei Paesi di transito ed evitare intoppi logistici e procedurali. In combinazione con il giusto quadro giuridico, la Nuova Via della Seta potrebbe prosperare nei prossimi anni e rivendicare una quota sempre maggiore del trasporto eurasiatico.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Narmin Rahimova, redazione@exportiamo.it

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