L’Uzbekistan, la terza più popolosa delle ex-repubbliche sovietiche con 33 milioni di abitanti, quest’anno ha festeggiato i 30 anni della sua indipendenza dall’Unione Sovietica e negli ultimi anni ha effettuato importanti riforme per lo sviluppo e la liberalizzazione dell’economia, aprendosi progressivamente al commercio internazionale. Al termine del mandato quinquennale che volge al termine, il Paese si appresta ad eleggere il nuovo presidente. Scopriamo insieme chi sono i candidati e quali sono i loro programmi.
Essendo parte integrante della Grande Via della Seta, l’Uzbekistan è stato al centro delle rotte commerciali internazionali tra Europa, Asia e Medio Oriente per molti secoli. Tuttavia, sotto il dominio zarista prima, e quello sovietico dopo, è diventato una regione periferica con uno scarso orientamento al commercio internazionale. Anche dopo l’indipendenza nel 1991, l’Uzbekistan è rimasto in gran parte un Paese chiuso, adottando un modello di sviluppo caratterizzato da una forte presenza dello Stato e facendo affidamento solo sulle proprie risorse.
Le cose sono cambiate a partire dal dicembre del 2016 quando, a seguito della morte del primo presidente Islam Karimov (in carica dal 1989), le elezioni anticipate sono state vinte dall’attuale leader del paese, Shavkat Mirziyoyev, che era allora il primo ministro dello Stato. Le scelte strategiche più importanti del primo mandato della presidenza di Mirziyoyev sono state una politica estera equilibrata e costruttiva, lo sviluppo e la liberalizzazione dell’economia, il miglioramento dell’amministrazione pubblica statale e la promozione dello Stato di diritto, anche attraverso riforme del sistema giuridico. In particolare, sono state adottate una serie di leggi volte ad ampliare i diritti degli imprenditori e a proteggere i loro interessi. La nuova direzione politica del Paese ha eliminato molte barriere al commercio internazionale, ha permesso alla valuta di fluttuare e ha favorito gli investimenti diretti esteri, non solo dalla Federazione Russa e dalla Cina, che rimangono i primi investitori, ma anche dall’Europa e dagli Stati Uniti.
Nello stesso periodo il Paese è riuscito a risolvere i conflitti esistenti con alcuni Stati dell’Asia centrale, che hanno ostacolato l’interazione su molte questioni. È stata organizzata una serie di consultazioni, che hanno permesso di appianare le divergenze e aprire una nuova pagina nei rapporti. Inoltre, su iniziativa di Tashkent, sono emerse buone prospettive per l’ingresso congiunto dei Paesi dell’Asia centrale nei mercati esteri, in particolare nei Paesi dell’Asia meridionale, a cui è stato dedicato a luglio di quest’anno un importante convegno, il Central and South Asia Connectivity Summit.
Nel difficile contesto dell’Asia post-sovietica, la politica estera dell’Uzbekistan è piuttosto efficace, aprendo finalmente il Paese verso l’esterno, consentendo quindi ad esempio le libere transazioni commerciali in valuta estera. A distanza di cinque anni l’Uzbekistan è mutato significativamente dal punto di vista politico, economico e sociale, iniziando a sviluppare un potenziale economico che da tempo era riconosciuto al Paese per via della sua dimensione. Il tenore di vita è aumentato grazie all’incremento di 2,2 volte del salario medio mensile; nel frattempo l’economia del Paese è cresciuta del 24%, la produzione industriale del 34%, il volume delle esportazioni è cresciuto di 1,5 volte e gli investimenti esteri sono aumentati di 3 volte. L’Uzbekistan è stato l’unico Paese su 24 in Europa orientale e Asia centrale a poter vantare un’economia in crescita nel 2020 nonostante la pandemia. Queste favorevoli condizioni di sviluppo economico portano a una sempre maggiore domanda per le industrie legate ai beni di consumo, sia per le vendite al dettaglio nel Paese sia per l’investimento in nuovi siti di produzione industriale. A ciò si accompagna una più ampia diversificazione degli investimenti, con un crescente interesse in settori come la lavorazione degli alimenti e il tessile, compresa la lavorazione della seta e della pelle.
Elezioni presidenziali 2021
Le elezioni presidenziali del 2021 in Uzbekistan sono previste per il 24 ottobre. Vi partecipano i rappresentanti di tutti e cinque i partiti politici ufficialmente riconosciuti nel Paese. L’attuale presidente Shavkat Mirziyoyev rappresenta il partito UzLiDeP (Uzbekistan Liberal Democratic Party); i suoi rivali sono Maksuda Varisova, vicepresidente del Partito democratico popolare dell’Uzbekistan (PDPU) e prima donna candidata alla presidenza dell’Uzbekistan, Bakhrom Abdukhalimov del partito Adolat (Giustizia), Narzullo Oblomuradov del Partito Ecologico e Alisher Kadirov, leader del partito Milliy Tiklanish (Rinascita Nazionale).
Principali programmi dei candidati per l’economia e le relazioni internazionali dell’Uzbekistan
Secondo gli esperti, l’attuale presidente Shavkat Mirziyoyev rimane il principale favorito alla vittoria delle elezioni. Nel suo programma elettorale Mirziyoyev ha presentato il concetto di “Nuovo Uzbekistan”, dove intende continuare la lotta alla corruzione, aumentare il livello di apertura dell’economia e l’attrattività del Paese. In particolare, il presidente si propone nel prossimo mandato di aumentare di 1,6 volte il PIL pro capite, portandolo a 4 mila dollari, riducendo al contempo il tasso di inflazione al 5%. Per portare avanti questi ambiziosi obiettivi economici si vuole intervenire in maniera significativa sul potenziamento della capacità produttiva del Paese, sia attraverso una tassazione favorevole (IVA al 12%, aliquota fiscale sulle imprese all’1,5%) sia attraendo investimenti diretti esteri per 120 miliardi di dollari, così da conseguire, nelle stime del candidato, un incremento delle esportazioni di 1,7 volte, ed il raggiungimento di una quota del settore privato sul PIL dell’80%.
Nel campo della politica estera, Mirziyoyev è pronto ad ampliare la cooperazione con i principali partner dell’Uzbekistan - Russia, Cina, Unione Europea, Stati Uniti e paesi dell’Asia centrale - nonché ad approfondire l’integrazione con l’Unione Economica Euro-Asiatica (EAEU) e intensificare il processo di adesione all’ Organizzazione Mondiale del Commercio WTO).
Il più antico partito in Uzbekistan (PDPU), erede del Partito Comunista Uzbeko, candida Maksuda Varisova. Si propone di costruire uno stato e una società che soddisfino i criteri dell’uguaglianza sociale e della democrazia popolare. Propone una più forte cooperazione e sviluppo delle relazioni con i paesi ex-sovietici della CSI e nella sfera economica, propone politiche sociali che includono uno stretto controllo dei prezzi dei prodotti alimentari di base, politiche di contrasto alla disoccupazione e istruzione pubblica gratuita per ogni ordine e grado.
Il leader di “Adolat”, Bakhrom Abdukhalimov, ha un programma incentrato su temi di politica interna, quali la lotta alla corruzione, il rafforzamento delle istituzioni attraverso una maggiore responsabilità dei deputati verso gli elettori, un più equo accesso all’istruzione pubblica superiore e alla sanità. In campo economico egli propone maggiore concorrenza rafforzando al contempo la stabilità macroeconomica, ma prevede altresì la nazionalizzazione di alcune risorse nazionali (terre, foreste, risorse minerarie).
Gli obiettivi principali del programma elettorale del Partito Ecologico e il candidato Narzullo Oblomuradov si ricollegano allo sviluppo di una “economia verde” attraverso l’ampliamento dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. L’orientamento in politica estera è quello di favorire la pace e la stabilità nell’Asia Centrale, intervenire nella risoluzione dei problemi chiave della sicurezza regionale, compresa la situazione in Afghanistan.
Il candidato di “Milliy Tiklanish”, Alisher Kadirov, è noto per la protezione delle tradizioni nazionali nella società. Nel programma elettorale l’attenzione principale è rivolta alla formazione di un sistema nazionale di educazione basato su “valori nazionali e universali”.
Prospettive della cooperazione economica italo-uzbeka
Le relazioni tra Italia e Uzbekistan vivono un momento particolarmente felice, come sottolineato dal sottosegretario Manlio Di Stefano nel suo intervento tenuto in occasione delle celebrazioni a Roma per i 30 anni dell’indipendenza dell’Uzbekistan. Questo stato delle relazioni è il frutto di scelte politiche precise da entrambe le parti: i governi hanno puntato da qualche anno ad una più stretta cooperazione e, in tal senso, è stato organizzato un primo incontro ministeriale Italia-Centro Asia a Roma nel 2019 e uno si terrà in Uzbekistan entro la fine dell’anno. L’Italia riconosce esplicitamente all’Uzbekistan il ruolo di Paese leader dell’area centroasiatica. Nel 2022 si terrà inoltre a Tashkent la settima riunione del Gruppo di lavoro intergovernativo italo-uzbeko sul commercio, la cooperazione economica, industriale e l’esportazione. Infine, grazie ad una politica improntata ad una sempre maggiore apertura, i cittadini di 86 Stati, tra cui l’Italia, possono visitare l’Uzbekistan senza visto.
La cooperazione commerciale ed economica è un elemento essenziale nelle relazioni italo-uzbeke. Il sottosegretario Di Stefano ha infatti sottolineato che “l’interesse reciproco da parte delle comunità imprenditoriali dei due Paesi si esprime in un aumento del fatturato commerciale bilaterale quest’anno del 35%”. L’Uzbekistan rappresenta un mercato di sbocco importante per il sistema produttivo italiano; i principali settori di interesse per l’export italiano sono i beni di consumo, la meccanica strumentale, l’impiantistica e l’elettronica. A sua volta l’Uzbekistan è interessato ad attrarre investimenti, tecnologie e know-how italiani nello sviluppo della sua economia, creando imprese che producano beni per un mercato locale di oltre 33 milioni di persone, con concrete potenzialità di raggiungere i Paesi vicini.
I progressi nelle relazioni commerciali e diplomatiche tra i due Paesi giustificano quindi il pieno sostegno del governo italiano all’Uzbekistan su questo sentiero di sempre maggiore cooperazione e sviluppo economico, sociale e culturale. Esso si fonda sulla convinzione reciproca dei benefici del libero commercio internazionale e dell’adesione a istituzioni internazionali. In tal senso, l’Italia sostiene gli sforzi dell’Uzbekistan di adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio e auspica la firma dell’Accordo sul partenariato e sulla cooperazione rafforzati con l’Unione Europea. In prospettiva, rimane essenziale che il futuro governo uzbeko punti a una sempre più stretta collaborazione con l’Unione Europea, Italia in primis, e si mantenga fedele al proprio ruolo di snodo fondamentale delle relazioni tra Oriente e Occidente.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Narmin Rahimova, redazione@exportiamo.it
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