Yanis Varoufakis - ex ministro delle Finanze del primo governo di Alexis Tsipras - nel suo libro “E’ l’economia che cambia il mondo” si pone alcune domande per dare una spiegazione alle questioni economiche che hanno portato alle crisi finanziarie che hanno colpito l’economia mondiale negli ultimi anni.
Scrivendo una lettera aperta alla figlia, lontana perché vive in Australia, con la speranza che possa motivarla a migliorare la conoscenza della lingua greca e della loro cultura, Varoufakis, cerca di spiegare in modo lucido ed efficace le realtà fondamentali che ci circondano. Tramite idee brillanti e molto personali concede la possibilità - alla figlia ed al lettore - di conoscere cosa accade nel mondo e perché i governi continuano a rifiutarsi di attuare cambiamenti e prendere decisioni che porterebbero alla ”liberazione” delle nostre società.
Queste domande sono semplici e lineari come: quando e come è nato il denaro? Quando il lavoro si è mercificato? Quale ruolo ha avuto il debito nella società di mercato? Rispondendo a tali domande con esempi storici ed esaustive spiegazioni ripercorre molte delle tappe dell’umanità, da quando non esisteva che solo il baratto a quando l’economia non voleva altro dire che gestione della prima società: la casa! (Oikos= casa in greco antico, da cui oiko-nomia =gestione della casa).
La parola ed il surplus, la scrittura, il debito ed il denaro sono tutte tappe fondamentali che hanno portato alla costituzione degli stati che viviamo quest’oggi. Nella linea del tempo ognuno di questi ha comportato uno slancio in avanti, nel futuro, in modo equilibrato. Tutto procedeva bene sino a quando la scellerata linea di condotta delle banche ha condotto al doloroso crack economico-finanziario.
Varoufakis definisce l’attività del banchiere come una magia nera nelle fiabe. Nata secoli fa per trattanere il guadagno tra correntisti e debitori, si è modificata sino a diventare quello che è al giorno d’oggi: prelevare dal futuro i valori non ancora realizzati e ridarli al presente, prestandoli all’imprenditore che a sua volta può utilizzarli per creare del nuovo valore che sarà poi utilizzato per ripagare in parte il suo creditore.
Purtroppo questo delicato equilibrio è stato rotto dalla mano del banchiere che, in virtù della ricerca di maggiori guadagni, ha voluto prelevare troppi valori dal futuro. E così il crack è dunque stato inevitabile. L’ultimo consiglio che il padre da alla propria figlia è di ingerire la cosiddetta “pillola rossa”, come fa il protagonista in una delle scene del noto film americano “Matrix”. Metafora presa dal grande schermo per consigliarle di vivere sempre con un atteggiamento critico e con l’ostinazione di non accettare nulla solo perchè le è stato detto di farlo.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Luca Teisseire, redazione@exportiamo.it
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