«Nel 2013 l’Italia si é confermata il quarto partner commerciale della Turchia, dopo Germania, Russia e Cina»

Oggigiorno la Turchia é un’economia in crescita e rappresenta un palcoscenico sempre più interessante per i nuovi investitori e per il commercio internazionale. Il suo quadro economico generale é in netta controtendenza rispetto a quello di molti Paesi europei che, negli ultimi anni hanno vissuto, e in gran parte ancora attraversano, congiunture economiche molto negative se non addirittura fasi di piena recessione.

L’economia turca, che negli scorsi anni ha fatto registrare una performance di grande crescita, segna nel 2013 un aumento del PIL pari al 3,7%, un +0,48% rispetto al 2012, anno in cui invece aveva registrato il risultato più basso degli ultimi periodi (2,5%).  Nell’anno in corso é prevista una crescita del 4%. Il merito di tali risultati va alla capacità pianificatrice che il Governo ha saputo mettere in atto tenendo conto degli ambiziosi traguardi che il momento storico pone alla nazione e al ruolo che sta assumendo nel quadrante regionale. Obiettivo del neo eletto Presidente Erdogan (ricordiamo che Erdogan é stato Primo Ministro per 12 anni e le elezioni presidenziali del 10 agosto l’hanno consacrato vincitore al primo turno), é proprio quello di fare entrare la sua Nazione nei primi dieci Paesi più sviluppati entro il 2023, data quanto mai simbolica perché coincidente con il centenario della fondazione della Repubblica ad opera di Ataturk.

Ma guardiamo con attenzione il quadro macroeconomico come si presenta:

Nel 2013 l’inflazione si é attesta al 7,4%, in forte rialzo rispetto al dato dell’anno precedente del 6,2%. Il tasso di disoccupazione registra un 9,4%. Come si evince dal grafico, i principali settori produttivi sono il settore primario (5,1%), l’industria (19,5%) ed i servizi (75,4%).

Grafico 1. I principali settori produttivi in Turchia nel 2013

Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del “Business Atlas 2014” 

Nel 2013 il totale dell’import si aggira intorno ai 189,49 miliardi di euro (+6%), mentre il totale dell’export é pari a 114,35 miliardi di euro (-0,01%). In particolare i principali prodotti importati dalla Turchia risultano i macchinari, le apparecchiature meccaniche ed elettriche, le materie plastiche, i prodotti chimici, il petrolio grezzo ed il metano, i mezzi di trasporto. Viceversa, i principali prodotti esportati sono l’abbigliamento ed il tessile, i prodotti agricoli, i mezzi di trasporto, le materie plastiche e le apparecchiature elettriche. Il saldo della bilancia commerciale della Turchia é pari a -75,14 miliardi di euro.

Nel 2013 i principali Paesi clienti si confermano Germania, per un totale di 10,3 miliardi di euro, l’Italia, per un totale di 5,1 miliardi di euro, la Francia, per un totale di 5 miliardi di euro, la Russia, con 5,2 miliardi di euro e gli USA, con 4,2 miliardi di euro. Tra i primi Paesi fornitori rimane al primo posto la Russia, per un totale di 18,9 miliardi di euro, poi la Germania, con 18,2miliardi di euro, segue al terzo posto la Cina, con 15,6 miliardi di euro, poi l’Italia, con 9,7 miliardi ed infine gli USA con 9,5 miliardi. 

Nel 2013, il saldo dell’interscambio della Turchia con l’Italia é pari a -4,63 miliardi di euro: nel complesso l’Italia si é confermata il quarto partner commerciale, dopo Germania, Russia e Cina, con una diminuzione dell’interscambio dello 0,6%. Il totale import dall’Italia si attesta sui 9,69 miliardi di euro e comprende in misura maggiore i prodotti derivanti dalla raffinazione (21%), le macchine per impieghi speciali (13%) e le macchine per impieghi generali (11%). Il totale export verso l’Italia giunge ai 5,06 miliardi, per la maggior parte sono gli autoveicoli, le parti e gli accessori (25%), l’abbigliamento (11%) e gli altri prodotti tessili (10%).

In conclusione la Turchia é un’economia in espansione molto interessante e con una posizione di rilevanza geostrategica di primaria importanza. A beneficio degli imprenditori che intendono investire in questa zona si segnalano alcuni vantaggi: ossia la possibilità di rimpatrio della totalità dei capitali prodotti nelle zone franche, il mantenimento del 100% della proprietà straniera, l’esenzione dall’imposta sul reddito individuale e delle società, l’assenza di limitazioni nelle partecipazioni di capitali stranieri negli investimenti e di restrizioni procedurali relative al prezzo e alla qualità della merce, il permesso di vendita nel mercato locale, contrariamente a quanto accade nella maggior parte delle zone franche.

Ricordiamo inoltre ai lettori di Exportiamo che dal 1 settembre in Turchia sono in programma ben 170 fiere tutte molto interessanti. Vi consigliamo la lettura della nostra SCHEDA PAESE per rimanere sempre aggiornati.

 

Fonte: elaborazione a cura di Exportiamo su dati del “Business Atlas 2014”. Di Barbara Alessandrini, b.alessandrini@exportiamo.it 

 

 

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