“In questi anni abbiamo cancellato la parola crescita. È molto importante tenere i conti in ordine, ma bisogna investire sul domani. Solo così si esce dalla crisi.” E’ così che il Primo Ministro Italiano, Matteo Renzi, padrone di casa a Milano in occasione della decima riunione Asia Europe Meeting – ASEM, ha dato il benvenuto ai presenti.

L’ASEM, momento d’incontro privilegiato tra Europa e Asia istituito nel 1996, si é nel tempo allargato fino a ricomprendere oggi 51 Paesi e 2 organizzazioni, l’Unione Europea - UE e l’Associazione delle nazioni del Sud-Est Asiatico - ASEAN

Mai come in questo momento storico é necessario ribadire e confermare la volontà comune di continuare a far crescere la relazione vitale tra Europa e Asia, anche se ad essere sinceri in crisi é l’Europa. 

Sappiamo bene che questi incontri si dimostrano funzionali non per assumere decisioni ma piuttosto per creare utili momenti di networking tra i leader, favorendo così il dialogo e facilitando gli investimenti.

Riflettendo sul tema generale del vertice “Responsible partnership for sustainable growth and security”, nel suo intervento il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha posto l’accento sull’unità funzionale a un salto qualitativo nel partenariato euroasiatico, senza nascondere le difficoltà che oggi l’Europa si trova ad affrontare:

“Cari colleghi, ci incontriamo oggi in tempi difficili per l’Europa. (…) Non é mai stato più urgente e importante che uniamo forze. Sotto questa luce, ASEM guadagna ancora più rilevanza come forum per il dialogo e la cooperazione.”

I numeri del vertice sono impressionanti se consideriamo l’incidenza dei Paesi rappresentati su PIL e popolazione mondiale: i paesi membri dell’ASEM complessivamente rappresentano circa il 60% del PIL mondiale e il 65% della popolazione mondiale. Escludendo gli stati UE si parla comunque di circa un terzo dell’economia mondiale e oltre la metà della popolazione e tra questi importanti player emergenti con sempre più potere e volontà di influire sugli equilibri internazionali senza negoziare troppo la loro visione del mondo. 

Le cifre parlano chiaro: secondo le ultime statistiche i partner asiatici nel 2013 hanno pesato per il 44% delle importazioni europee e per il 30% dell’export europeo e l’Europa deve essere in grado di cogliere l’opportunità derivanti dalla crescita dinamica del continente asiatico.

Per quanto riguarda l’Italia, dando uno sguardo ai dati ISTAT elaborati dall’ICE, le nostre esportazioni in Asia a luglio 2014 sono leggermente in crescita rispetto all’anno precedente, con la presenza però di veri e propri “exploit” in alcuni mercati sia in positivo che in negativo. Possiamo citare ad esempio il dato relativo al Giappone (-10,1%) così come quello della Corea del Sud (+17,3%) rispettivamente II^ e VI^ mercato di destinazione per le nostre merci in Asia.

Sicuramente é positivo notare come in generale l’interscambio cresce e le nostre esportazioni reggono. Oggi é ormai chiaro che la chiave di volta per le economie avanzate sta nel sapere attrarre gli investimenti provenienti dalle economie emergenti. 

Il dialogo politico deve essere lo strumento necessario per garantire in maniera sostenibile e universale sicurezza e benessere per l’umanità, favorendo una più equa ridistribuzione della ricchezza.

Il premier Renzi nella conferenza stampa finale ha sintetizzato così la due giorni: “Abbiamo parlato di molti argomenti, dalla crescita sostenibile ai cambiamenti climatici, in un momento molto difficile. L’unica soluzione é la cooperazione tra tutti i Paesi. L’ASEM trasmette un messaggio chiaro: la necessità di cooperazione, dialogo, connessioni e connettività” e di “incoraggiare tutti gli sforzi per la pace e il dialogo nelle zone del mondo colpite dalle crisi”. 

A Milano si sono intrecciate diverse questioni più o meno scottanti e altre ancora si sono diplomaticamente evitate. 

Vogliamo ora porre l’accento su alcuni protagonisti del vertice: Cina, Giappone, Corea del Sud e Russia.

Cina: verso una vera partnership o verso la conquista?

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Per il premier cinese Li Keqiang l’Italia é solo l’ultima tappa del tour in Europa che ha toccato precedentemente Berlino e Mosca. 

Nel suo intervento pubblico su “il Sole 24 Ore” “L’albero sempreverde dell’amicizia tra Cina e Italia”, pubblicato all’indomani della firma a Roma di 20 accordi commerciali dal valore complessivo di 8 miliardi di €, si legge: “Fin dai tempi antichi Cina e Italia hanno rappresentato l’eccellenza delle civiltà orientali e occidentali. Situate alle due estremità della famosa “Via della Seta” abbiamo costruito un legame reciproco di rispetto e ammirazione. Le relazioni Cina-Italia stanno entrando in una nuova fase di sviluppo più ampio e più profondo in grado di fornire maggiori benefici a entrambi. Le nostre economie hanno caratteristiche diverse e vantaggi complementari e la nostra collaborazione procede su un binario veloce.”

Il diktat dell’XI^ Piano Quinquennale cinese é “Go Global” e naturalmente c’é chi mette in guardia sulle mire politiche di Pechino piuttosto che sui dividendi economici.

Si sta assistendo negli ultimi anni a un’inversione di tendenza negli investimenti cinesi sia a livello geografico che settoriale. Di fronte alla crisi globale e ai colossali surplus commerciali nei confronti dei partner europei sono cresciuti gli investimenti nel “Vecchio Continente”, che puntano sempre di più sull’acquisizione di partecipazioni in asset strategici. In Italia concretamente tutto ciò si é tradotto nell’acquisizione di quote e partecipazioni nelle principali aziende nazionali (ENI, ENEL, Telecom, Terna, Ansaldo, Unicredit, ecc.).

L’Italia rappresenta il classico esempio della situazione che si é venuta a creare e degli squilibri presenti sul piano commerciale: nel 2013 il nostro export di beni verso Pechino ha raggiunto i 9,8 miliardi di euro contando però a fine anno un deficit commerciale di ben 13,3 miliardi di euro, originato da uno sbilancio nei manufatti e non nelle materie prime energetiche come nel caso della Russia. 

La nuova fase di sviluppo delle relazioni sino-italiane dovrà garantire un impegno comune in ambiti specifici e già individuati anche nei Memorandum d’Intesa tra Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero del Commercio cinese, nei quali c’é complementarietà tra le esigenze cinesi e le competenze del “Made in Italy”. Settori chiave dal grosso potenziale per il Sistema Italia saranno quindi le tecnologie per l’ambiente e le energie rinnovabili, la sanità e i servizi sanitari, l’agricoltura e la sicurezza alimentare, l’urbanizzazione sostenibile, l’aviazione e l’aerospazio

Cercando di rimanere quindi sul “binario veloce” del partenariato citato da Li Keqiang, come sempre la cosa più importante sarà non deragliare e saper cogliere le opportunità di un “mercato ostico dall’immenso potenziale”, come ha scritto in questi giorni su “Il Sole 24 Ore” Marco Fortis.

Giappone: Abe alla ricerca di investimenti

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Tra i tre primi ministri asiatici intervenuti durante il vertice ASEM sicuramente uno standing particolare appartiene a Shinz? Abe

Tra i suoi colleghi asiatici, il primo ministro giapponese é alle prese con i problemi più “europei” ovvero riuscire a coniugare la sua politica economica tesa alla crescita ribattezzata “Abenomics” e il risanamento dei conti. Un po’ come i governanti di casa nostra quindi Abe é stretto tra la lealtà all’impegno di rispettare le scadenze delineate per il percorso di risanamento delle finanze pubbliche e il fare i conti con un’economia indebolita e una congiuntura internazionale sfavorevole oltre le previsioni.

Fondamentalmente Abe ha difeso le sue riforme e illustrato alla platea i prossimi passi del suo percorso riformatore, che sul piano interno intende portare la tassazione alle imprese al di sotto del 30%, mentre a livello internazionale ha ribadito il suo impegno per la conclusione dell’accordo sul Partenariato Trans-Pacifico e sull’Accordo di libero scambio con l’Unione Europea.

Corea del Sud: Park Geun-hye e la sua “economia creativa”

imm

 

Per la prima volta in Italia, in visita ufficiale oltre che per il vertice ASEM, é la Presidente della Corea del Sud Park Geun-hye. Figlia di Park Chung-hee, presidente dal 1963 fino al suo assassinio nel 1979, già un anno prima della sua elezione avvenuta nel dicembre 2012, in un suo articolo - “A new kind of Korea” – pubblicato su “Foreign Affairs” aveva delineato le sfide per il futuro, partendo dalla cosiddetta “Trustpolitik” nei confronti della Corea del Nord per riuscire ad instaurare una nuova fase con Pyongyang basata sul dialogo, la fiducia e la collaborazione.

Il vertice ASEM é stato eletto palcoscenico utile per presentare l’ambizioso Progetto “Eurasia Initiative”, un impegno per rendere più efficaci i collegamenti ferroviari e stradali tra l’Europa e l’estrema Asia Orientale attraverso la Corea del Nord, la Cina e la Russia. La Park ha proposto un simposio internazionale sui modi per rafforzare la cooperazione logistica e dei trasporti con i paesi coinvolti nel collegamento tra strade e ferrovie attraverso i due continenti oltre a lanciare un appello a un impegno maggiore da parte della comunità internazionale sulla Corea del Nord .

E’ stata ribadita l’importanza strategica per il suo governo di quella che definisce “economia creativa” per far ripartire la crescita favorendo la convergenza tra cultura e tecnologia scientifica, argomento anche al centro degli incontri ufficiali con le autorità italiane

La “creative economy partnership” con il nostro paese punta a far crescere il livello degli scambi attraverso la promozione del commercio e degli investimenti, la collaborazione tra PMI e la collaborazione in campo energetico anche attraverso la firma di accordi tra istituzioni, associazioni e aziende dei due paesi come quelli siglati tra Agenzia ICE e l’ente omologo coreano KOTRA, tra SACE e KSURE, o tra ENI e Kogas, il più grande importatore di GNL a livello globale.

Per rendersi conto della “crociata per l’economia creativa” della Park basta pensare che in un paese nel Global Innovative Index Bloomberg Businessweek come grado d’innovazione, ha fortemente voluto la creazione del “Ministero per la creazione del Futuro e della Scienza” e recentemente ha aumentato del 10% le risorse destinate ad arte e cultura con uno stanziamento totale annuo di oltre 3,5 miliardi di euro.

Sul piano delle relazioni bilaterali come abbiamo visto le esportazioni italiane in Corea del Sud sono cresciute notevolmente nell’ultimo anno. E’ un piacere anche menzionare i recenti successi del cinema italiano protagonista al “Busan International Film Festival” il principale festival/mercato asiatico del Cinema dove quest’anno sono stati presentati ben 314 film provenienti da 79 paesi tra cui 8 film italiani. L’impegno profuso dall’Ufficio ICE di Seoul e dall’Istituto Luce Cinecittà ha favorito il raggiungimento di ottimi risultati sul piano commerciale con la vendita dei diritti relativi a 2 pellicole e un ottimo riscontro di critica per tutti i film proiettati, che potrebbero favorire successivi affari.

Russia: qualche passo avanti sulla “Crisi Ucraina”

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L’unico risultato politico concreto del vertice ASEM di Milano poteva essere l’avanzamento del negoziato tra Russia e Ucraina sulla crisi in Ucraina Orientale: i risultati a posteriori sono in chiaroscuro e la situazione rimane complessa.  

Il “faccia a faccia” in sede multilaterale tra i due osservati speciali del vertice, Vladimir Putin e Petro Poroshenko, e i diversi incontri tecnici e ristretti che si sono tenuti in occasione del vertice ASEM in questi giorni hanno fatto registrare evoluzioni soprattutto sulla questione delle forniture di gas con Mosca che mette comunque in guardia Bruxelles sul fatto che non é più disposta a far credito all’Ucraina. E’ stato raggiunto invece un accordo sull’utilizzo di droni per monitoraggio cessate il fuoco e controllo confine russo-ucraino, affidato all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa - OSCE.

L’agenzia di rating Moody’s nel frattempo ha declassato il rating della Russia da Baa1 a Baa2 con outlook negativo giustificando la scelta per “le conseguenze sulle prospettive di crescita a medio termine della prolungata crisi Ucraina, incluso l’allargamento dei settori sottoposti a sanzioni internazionali” e per “la graduale ma progressiva erosione delle riserve di capitale di valuta straniera dovuta alla fuga di capitali, dal ristretto accesso al mercato internazionali dei prestiti e - infine - al ribasso del prezzo del petrolio”.

L’Ufficio Studi SACE quantifica invece per effetto delle sanzioni - rivedendo in senso peggiorativo le previsioni di agosto - un possibile calo delle esportazioni italiane verso la Russia nel 2014-15 tra 1,8 e 3 miliardi di euro facendo notare come: “Un’eventuale “guerra commerciale” tra Europa e Russia priverebbe il nostro Paese di un apporto importante anche in termini di investimenti ed entrate da turismo” e ricordando che nel periodo 2005-2011 le imprese russe hanno quadruplicato la propria presenza in Italia e nel periodo 2008-2012 le presenze di turisti russi in Italia - notoriamente tra i più “generosi” al mondo - sono più che raddoppiate.

Andare oltre le convenzioni

imm

Toccherà seguire le evoluzioni. L’Italia ha avuto il merito di aver provato a trasformare l’occasione in utile sede negoziale per risolvere la “Crisi Ucraina” e reintegrare la Russia nel contesto internazionale. Le minacce sempre più concrete dell’ebola e dell’avanzata dello Stato Islamico in Medio Oriente nella visione della nostra diplomazia rendono necessario il reintegro della Russia e d’altronde, come abbiamo già visto su Exportiamo, anche sul piano commerciale la guerra in una situazione di interdipendenza non conviene a nessuno. 

Sicuramente per noi é fondamentale riuscire a instaurare un partenariato strategico di vasta portata con i grandi player asiatici, ma anche con i popolosi paesi emergenti dell’area (Malesia, Indonesia, Filippine, Vietnam, Myanmar) é fondamentale perché intercettare la domanda proveniente da questi mercati compensa la “domanda interna” sempre più stagnante.

Dovremo quindi abituarci a cercare e creare le nostre opportunità a Kuala Lumpur come a Manila, a Ho Chi Minh City come a Tianjin, ad Astana come a Seoul.

L’Europa é una convenzione oltre ad essere, ancora più che un’entità politica, un mercato. 

A 40 km ad ovest di Ekaterinburg  si trova un obelisco con due frecce una ad ovest ed un’altra ad est che segna il confine immaginario tra i due continenti. L’Eurasia rimane pur sempre un tutt’uno di terre emerse e questo dovrebbe fare meno paura nel seguire la direzione ormai tracciata: Verso Oriente!”

 

Fonte: a cura di Exportiamo, di Antonio Passarelli, redazione@exportiamo.it

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